Come presentare i risultati ambientali: reporting e certificazioni Green

mercoledì 10 Maggio, 2023
Redazione HSPI

Corporate Sustainability Reporting Directive e Certificazioni GREEN

Il Parlamento Europeo ha adottato nel 2022 la “Corporate Sustainability Reporting Directive” (CSRD), la quale definisce un framework regolatorio di reporting imposto alle grandi aziende e alle società quotate in borsa. Tale framework richiede di pubblicare regolarmente dei report sui rischi sociali e ambientali che i suddetti enti affrontano, assieme all’impatto delle loro attività sulle persone e l’ambiente. Questa nuova direttiva modernizza e rafforza le regole sulle informazioni sociali e ambientali che le aziende devono comunicare, aiutando gli investitori, consumatori e altre parti interessate a valutare le prestazioni di sostenibilità delle stesse nell’ambito del Green Deal europeo. Le prime aziende dovranno applicare le nuove regole per la prima volta nell’esercizio finanziario 2024, pubblicando i primi report nel 2025 stilati i seguendo gli standard europei per il reporting sostenibile (ESRS)1.

Certificazioni e standard di reporting in ambito sostenibilità: come orientarsi

La CSRD si innesta in un percorso ben più ampio: negli ultimi decenni, infatti, mercati, istituzioni e governi hanno formalizzato una grande quantità di certificazioni e standard di reporting della sostenibilità, applicabili ai più disparati ambiti e indirizzati a diversi obiettivi. In questo articolo proveremo a fare chiarezza sul tema e a fornire una bussola per orientarsi tra le principali certificazioni esistenti, quindi supportare la scelta del percorso più adatto alle proprie esigenze. L’ottenimento di una certificazione, infatti, può aiutare a comunicare in maniera veloce, trasparente e credibile gli sforzi fatti verso un percorso di sostenibilità; in tal senso, l’organizzazione può ottenere vantaggi economici, allinearsi alle regolamentazioni cogenti e migliorare la propria immagine nei mercati.

In primo luogo, è necessario differenziare tra due grandi macrocategorie di certificazioni di sostenibilità: certificazioni di prodotto e certificazioni a livello organizzazione. Le prime si applicano ad un singolo prodotto / linea di prodotti, e hanno lo scopo di misurare l’impatto ambientale con un approccio cradle-to-grave, ovvero considerando ogni attività, diretta e indiretta, che ha contribuito alla generazione del valore. Le certificazioni a livello organizzazione tagliano orizzontalmente le catene del valore, concentrandosi sull’impatto prodotto da una singola organizzazione e considerando le emissioni prodotte dal core business e da tutte le attività di supporto collegate (IT, assistenza clienti, consumi energetici). Si rivela quindi strategico scegliere tra un percorso di certificazione di un prodotto o di un’organizzazione: seppur fortemente interrelati (è difficile produrre in maniera sostenibile un singolo prodotto se l’organizzazione è estremamente carbon-intensive), questi due scenari di certificazione assolvono a scopi differenti.

Certificazioni e standard di reporting livello organizzazione

Un’organizzazione che voglia credibilmente comunicare verso l’esterno i propri risultati ambientali può fare affidamento su una pletora di opzioni di reporting / certificazione. Il GHG Protocol è senza dubbio lo standard più conosciuto, utilizzato e consolidato nel mercato. Tale standard ha il vantaggio di “prendere in prestito” dei principi ampiamente utilizzati nella contabilità economica (es. trasparenza, consistenza, accuratezza, completezza) che ne assicurano semplicità di utilizzo e concretezza metodologica2. Accompagnando un percorso di disclosure ispirato al GHG Protocol ad una certificazione ISO 14064 (Sistemi di gestione ambientale) l’organizzazione può comunicare in modo attendibile a clienti, policy-maker e mercati finanziari i propri risultati ambientali.

Lo sapevi che…?

Solo nel 2019 sono stati investiti in aziende sostenibili 10 triliardi di dollari3.

Particolarmente apprezzati nei mercati finanziari green sono invece gli standard di disclosure della Task force on climate-related financial disclosures (TCFD) i quali, pur essendo costruiti sul più ampio framework del GHG Protocol, si focalizzano sulla governance e il risk management del tema ambientale 4 5. Il Carbon Disclosure Project (CDP) è un altro standard di reporting che presenta forti interazioni con il TCFD, ma che prevede anche uno scoring delle organizzazioni da D (disclosure), fino ad A (leadership): un ottimo modo per garantire la veloce comparabilità dei risultati con organizzazioni simili 6. Per specializzare la disclosure su specifici ambiti (energia, rifiuti, emissioni etc.) è possibile ricorrere agli standard promossi della Global Reporting Initiative (GRI). Gli standard GRI consentono la disclosure anche su altri ambiti come l’impatto sociale, la governance, il rispetto della privacy, rendendo i GRI perfetti per un’organizzazione che vuole raccontarsi relativamente all’intero spettro ESG (Environmental, Social, Governance)7.

Esistono inoltre ulteriori percorsi di reporting e certificazione dei risultati ambientali, come ad esempio quelli sviluppati dal Climate Disclosure Standards Board (CDSB) o dall’International Integrated Reporting Council (IIRC), ma è evidente una tensione generale verso la standardizzazione nei prossimi anni. In un simile panorama, un’organizzazione desiderosa di comunicare i propri risultati ambientali può intraprendere un percorso di certificazione che meglio li rispecchia; la vera sfida non sarà tanto quella di scegliere la certificazione più adeguata, quanto quella di definire la strategia attraverso cui ottenerla. Come tutti i sistemi di gestione e misurazione, anche quelli in materia ambientale, infatti, rischiano di diventare più un onere che un onore quando l’organizzazione non ne integra a pieno i requisiti nel proprio tessuto organizzativo, e soprattutto nella propria cultura aziendale. HSPI Consulenti di Direzione può essere un ottimo partner nell’accompagnare le aziende in un percorso di certificazione che miri alla gestione della sostenibilità ambientale senza trascurare gli aspetti di efficacia ed efficienza.

Certificazioni e standard di reporting a livello di prodotto

Il World Economic Forum con il termine “eco-awakening” ha definito il fenomeno secondo il quale i consumatori stanno progressivamente aumentando l’attenzione verso il tema ambientale. Si stima infatti che due consumatori su tre operino valutazioni di sostenibilità prima di un acquisto, salendo a tre su quattro per consumatori più giovani 8. A fronte di questo dato diventa imperativo per ogni organizzazione che propone prodotti e servizi di certificarne l’impatto ambientale. Come farlo è un tema più complesso: comunicare la quantità di emissioni in CO2eq. è la strada tecnicamente più adeguata, ma rischia di non essere trasparente agli occhi del consumatore medio. Anche a questo proposito le organizzazioni possono fare affidamento su innumerevoli schemi di certificazione e reporting per “bollare” i propri prodotti come sostenibili.

Lo sapevi che…?

Tre giovani su quattro considerano l’impatto ambientale di un prodotto prima di acquistarlo.9

I primi sforzi in tal senso si registrano già a partire dal 1989, quando il Nordic Council (un’istituzione interparlamentare dei paesi nordici) ha lanciato il programma “Nordic Swan” con l’obiettivo di certificare la sostenibilità dei prodotti. L’approccio utilizzato da Nordic Swan e da molti altri schemi di certificazione è ispirato al life-cycle-assessment, ovvero la misurazione dell’impatto del prodotto a partire dall’estrazione delle materie prime necessarie fino all’impatto causato dallo smaltimento, passando ovviamente per le fasi di produzione, distribuzione e utilizzo. Molti altri programmi di certificazione nazionale dei prodotti sono stati lanciati nel tempo (il Blue Angel Tedesco, il Milieukeur Olandese o il TCO Svedese), così come certificazioni specifiche di settore (ad esempio la Forest Stewardship Council per i prodotti cartacei, oppure la Rainforest Alliance per prodotti agricoli). Un ulteriore schema di certificazione meritevole di citazione è sicuramente Energy Star: pur non rappresentando una certificazione di prodotto in senso lato, nel tempo è diventata lo standard di riferimento per l’efficienza energetica.

L’Unione Europea tramite la EU Ecolabel si è posta l’obiettivo di standardizzare e consolidare le certificazioni ambientali dei prodotti al fine di ridurre la complessità per consumatori e aziende10. Grazie alla numerosità delle categorie di prodotti certificabili e la crescente riconoscibilità del marchio è consigliabile favorire questo schema in favore di soluzioni più limitate nel perimetro geografico e/o di prodotto. Ad ogni modo, in continuità con quanto detto per le certificazioni livello organizzazione, il primo step in questo percorso è rappresentato dall’abilità dell’organizzazione di misurare puntualmente ogni passo del ciclo produttivo, quindi associarvi una quantità di emissioni corrispondenti.

In conclusione, indipendentemente dal tipo e la natura del percorso scelto, è fondamentale che le organizzazioni integrino la sostenibilità ambientale nella propria strategia complessiva (es. aggiungendo la dimensione “emissioni” accanto alle tradizionali dimensioni di prezzo e qualità) e nei propri sistemi di governance. HSPI, grazie ad un’esperienza decennale nell’ambito Governance e IT, può accompagnare qualsiasi tipo di organizzazione nell’affascinante percorso verso la sostenibilità: partendo da iniziative di sustainability assessment, passando a progetti di reingegnerizzazione dei processi di business in ottica green, fino al supporto nelle attività di disclosure ambientale (GHG, GRI) e all’ottenimento delle certificazioni più accreditate. HSPI unisce ai valori di etica e professionalità che la contraddistinguono una spiccata sensibilità ambientale, sviluppata nel tempo e concretizzata nel nostro sistema di gestione ambientale, certificato ISO14001.


Riferimenti bibliografici:

Corporate Standard | Greenhouse Gas Protocol (ghgprotocol.org)

Recommendations | Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (fsb-tcfd.org)

CDP Scores Explained – CDP

IFRS – Climate Disclosure Standards Board

GRI – GRI Standards English Language (globalreporting.org)

Eco-wakening: how consumers are driving sustainability | World Economic Forum (weforum.org)

EU Ecolabel – Home (europa.eu)

2019-2020 Green Transition Scoreboard® Media Release – EthicalMarkets.com

Corporate sustainability reporting – European Commission

1 Corporate sustainability reporting – European Commission

2 Corporate Standard | Greenhouse Gas Protocol (ghgprotocol.org)

3 2019-2020 Green Transition Scoreboard® Media Release – EthicalMarkets.com

4 Recommendations | Task Force on Climate-Related Financial Disclosures (fsb-tcfd.org)

5 IFRS – Climate Disclosure Standards Board

6 CDP Scores Explained – CDP

7 GRI – GRI Standards English Language (globalreporting.org)

8 Eco-wakening: how consumers are driving sustainability | World Economic Forum (weforum.org)

9 Eco-wakening: how consumers are driving sustainability | World Economic Forum (weforum.org)

10 EU Ecolabel – Home (europa.eu)